giovedì 2 ottobre 2008

Per la democrazia la scuola della Costituzione


L'11 ottobre tutti coloro che hanno a cuore le sorti della democrazia del nostro paese manifestano a Roma, uniti (si spera) contro le politiche di questo governo e più specificatamente contro le scelte razziste, gli attacchi all'indipendenza della magistratura, al ruolo contrattuale del sindacato, alle conquiste del mondo del lavoro, alla democrazia, ai valori dell'antifascismo e al ruolo istituzionale, e allo sviluppo della scuola pubblica. Sono tutti aspetti tutti intrecciati e strettamente connessi; il disegno di questa maggioranza è difatti unico: ridurre gli spazi di democrazia nel paese, radicare maggiormente il «pensiero unico», peraltro già ampiamente diffuso, grazie anche alla subalternità culturale del maggior partito di opposizione, e in tale modo realizzare compiutamente un modello di società fortemente gerarchizzata e fortemente repressiva. In questa prospettiva è necessario indebolire le organizzazioni sindacali, isolando anzitutto la Cgil e criminalizzando ogni forma di conflitto sociale, controllare la magistratura, esautorare le istituzioni rappresentative non solo rafforzando ulteriormente i poteri del premier , ma riducendo al massimo, anche nel momento elettorale, ogni forma di partecipazione democratica (abolizione delle preferenze, sbarramento e premi di maggioranza); in questo contesto di vero e proprio «regime» assume particolare rilevanza l'intervento sulla scuola. Gli interventi della coppia Gelmini-Tremonti (e Aprea) sono difatti devastanti non solo perché prevedono ulteriori pesanti tagli per la scuola statale, ma perché, in coerenza con l'idea di società delle destre, prevedono una scuola fortemente gerarchizzata e autoritaria, che deve »educare» al modello di società «ordinata» e rispettosa delle disuguaglianze e che deve riprodurre i ruoli sociali esistenti; a tal fine meglio ancora se la scuola è privatizzata, organizzata sul modello dell'azienda privata, con meno discussioni e confronti e subordinata alle direttive ministeriali. In sostanza una scuola che nega la funzione sociale che la Costituzione assegna alla scuola statale e cioè per lo sviluppo dell'uguaglianza e della piena cittadinanza di tutti e tutte. In questi giorni nel mondo della scuola si moltiplicano le iniziative di contestazione della politica scolastica governativa; da più parti si chiede una manifestazione nazionale specifica per la scuola e è auspicabile che tale diffusa opposizione possa concretizzarsi anche in uno sciopero generale della scuola e per la scuola. Ma se è vero che l'attacco alla scuola pubblica è anche e soprattutto un attacco alla democrazia e all'uguaglianza sociale, la manifestazione nazionale dell'11 ottobre deve avere tra i suoi obiettivi prioritari la contestazione della politica scolastica di questo governo e in primo luogo il ritiro del Decreto legge Gelmini; la difesa della scuola pubblica non può essere affidata alla mobilitazione del solo mondo della scuola; nello stesso tempo la difesa della democrazia e dei valori dell'antifascismo, la contestazione di ogni forma di razzismo, l'indipendenza della magistratura, il rispetto delle conquiste sociali del mondo del lavoro e una politica di pace sono valori che devono essere centrali anche nella scuola. Democrazia e scuola pubblica e laica per tutti sono due aspetti della stessa realtà. Per questo la scuola deve essere deve sentirsi impegnate in prima persona per la manifestazione dell'11 ottobre e deve partecipare in massa con tutte le sue organizzazioni e le rappresentanze delle diverse realtà locali. Sarebbe bello se la manifestazioni fosse aperta da uno striscione: Per la democrazia la scuola della Costituzione...

Corrado Mauceri-Comitato di Firenze per la scuola della Repubblica

lunedì 15 settembre 2008

CONTRO I PROVVEDIMENTI DI QUESTO GOVERNO

RILANCIAMO

LA SCUOLA DELLA COSTITUZIONE !!!


Col decreto 137 del 1 settembre, dopo la legge finanziaria approvata nel mese di agosto, questa maggioranza ha dato un’altra pennellata all’affresco della sua scuola. Tutto il contrario della “scuola della Costituzione”



I pesanti tagli agli organici del personale, la riproposizione della formazione professionale regionale quale sede per l’adempimento dell’obbligo (legge finanziaria 2008), insieme al provvedimento sul maestro unico, con riduzione dell’orario scolastico e il ricorso a metodi autoritari ( la cui inefficacia è stata peraltro ampiamente dimostrata!) configurano lo stravolgimento della scuola statale nella sua funzione di garante di pari opportunità per tutti nel decisivo terreno della formazione.


E’ una nuova-vecchia idea di scuola ( e di società) quella che ci viene imposta per decreto, con un’arroganza senza precedenti.

Un’idea che ripesca nei vecchi armadi un vecchio look che dovrebbe rassicurare un’opinione pubblica narcotizzata dai media governodipendenti e far dimenticare la gravità dei tagli.

Ma perché tagli, accorpamenti, dimensionamenti, soppressioni così drastici, proprio nel settore dell’istruzione, la precondizione per la democrazia??? Perché per “loro” la formazione critica di tutti i cittadini non è importante. La scuola di tutti, semplicemente

DEVE INSEGNARE A LEGGERE, SCRIVERE, FAR DI CONTO (parole della ministra Gelmini) per formare individui obbedienti ai messaggi televisivi. Altre saranno le scuole degli aspiranti-capi….

L’affresco sarà completato con la presentazione in Parlamento della proposta di legge Aprea (scuole trasformate in fondazioni, il “merito” dei docenti, e la loro assunzione, in balia del dirigente…. )

PER IMPEDIRE

LO SMANTELLAMENTO DELLA SCUOLA PUBBLICA

PER ATTUARE

LA SCUOLA DELLA COSTITUZIONE


NO ai tagli della spesa per la scuola statale e la sua riduzione a servizio minimo

S I al sostegno finanziario necessario per il suo sviluppo qualificato per tutti


NO alle improvvisazioni demagogiche e regressive della Gelmini

S I alla valorizzazione delle esperienze che hanno portato la Scuola

Elementare italiana ai primi posti in Europa


NO al ritorno al “maestro unico”

SI al “tempo pieno”

NO alla riproposizione della formazione professionale nell’obbligo

SI a un’istruzione obbligatoria in una scuola unitaria fino a 18 anni


NO alla riproposizione della regionalizzazione dell’istruzione

SI al mantenimento del carattere nazionale di un sistema scolastico

flessibile ma unitario.


NO al precariato e alle retribuzioni inadeguate del personale della scuola

SI a una politica che intenda garantire stabilità e necessaria

qualificazione professionale

NO alla privatizzazione/aziendalizzazione delle scuole

SI ad una scuola governata a tutti i livelli democraticamente


Su questi punti MOBILITIAMOCI TUTTI!!!

DEFINIAMO UNA PIATTAFORMA COMUNE

UNIAMOCI ai movimenti e associazioni che chiedono all’opposizione in Parlamento di fare anche ostruzionismo pur di far decadere un decreto così dannoso per la scuola.

Il DECRETO 137 DEVE ESSERE RITIRATO !!!!


- Associaz.naz.Per la Scuola della Repubblica”

giovedì 26 giugno 2008

LE UNIVERSITA' DIVENTANO FONDAZIONI, ISTRUZIONE PUBBLICA DEMOLITA!

Università

Non solo la neo-ministro Mariastella Gelmini condivide con i suoi predecessori – di destra e di sinistra – la scarsa originalità di intervenire nel mondo dell’università e della ricerca con l’ennesimo decreto legge: con gli intenti dichiarati, riassumibili nell’acronimo MAV (merito, autonomia, valutazione), si inserisce nel solco già tracciato da questi ultimi, portando alle estreme conseguenze il progetto di “trasformazione” dell’università italiana iniziato con l’introduzione dell’autonomia negli anni ’90.

Facoltà di trasformazione in fondazioni delle università”, recita così l’articolo 17 del decreto legge che anticipa la manovra economica che il governo Berlusconi ha in serbo. Dove la parola chiave è “trasformazione”: non costituire, non partecipare, bensì trasformare appunto, e cioè trasferire per intero un patrimonio pubblico in senso lato (non solo, e più banalmente, dunque, gli immobili, ma anche una parte fondamentale della formazione pubblica italiana) a favore di soggetti privati.

Condividiamo le preoccupazioni espresse in questi giorni da molti dei compagni della CGIL che, comprensibilmente, si interrogano su come si possa stornare per decreto il patrimonio dello Stato a un ente di diritto privato, e siamo ulteriormente preoccupati per una misura che andrà a colpire, a nostro giudizio, direttamente la vita non solo di chi lavora all’università, ma anche di quelle tante e di quei tanti che vivono l’università da studenti.

Come e a chi, infatti, verrà garantito l’accesso alle università di “nuovo conio”?

Quale diritto allo studio è ipotizzabile – diritto allo studio già oggi non garantito spesso dall’università pubblica – in una struttura di fatto privata?

Come può l’attuale Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Scientifica della Repubblica Italiana disattendere così platealmente l’articolo 34 della Costituzione di cui dovrebbe, invece, farsi garante attraverso il proprio dicastero?

Negli anni scorsi abbiamo denunciato l’aziendalizzazione strisciante delle nostre università, e abbiamo contrastato ogni ipotesi che tentasse di lasciare mano libera al privato.

La proposta della Gelmini di trasformare le università in fondazioni rappresenta l’incarnazione della più nera delle nostre previsioni.

Anziché per un ripensamento serio e di ampio respiro dell’università italiana, afflitta dalle pesanti conseguenze con cui i provvedimenti del periodo recente l’hanno investita, il ministro ha optato ancora una volta per il decreto legge.

Anziché raddrizzare le storture di un sistema in cui a farla da padrone sono la competizione e il far cassa dei singoli atenei, lasciati languire da finanziamenti statali sempre più esigui, la Gelmini ha scelto di buttare il futuro dell’università italiana alle ortiche, consegnandola nelle mani del privato. Anziché garantire un vero diritto allo studio ai bisognosi – e non ai soli meritevoli – e rendere concreto l’accesso a un’università di qualità, la Gelmini ha pensato di risolvere il problema sancendo, una volta per tutte, il principio di un’istruzione superiore assicurata solo a quanti potranno economicamente permettersela.

Un’università finanziata dallo Stato e aperta a tutti, in cui la ricerca sia libera e non dipenda dalla volontà di chi ha i soldi per farla o per farla fare, nella quale gli studenti non siano dei passivi clienti o, peggio ancora, dei semplici finanziatori: questo è ciò di cui abbiamo bisogno in Italia.

L’ennesima declinazione classista dell’università, immaginata dalla Gelmini, non è quello per cui ci siamo spesi in questi anni, bensì ciò contro cui intendiamo batterci dall’autunno prossimo. E se non ora, veramente, quando?

Francesca Scarpato

Tasse Universitarie: ABBIAMO VINTO!


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Tasse Universitarie: ABBIAMO VINTO!
Dopo sette Facoltà occupate, dopo una lunga mobilitazione, è arrivato il momento della resa dei conti

Lo scorso 10 Giugno il Tavolo Tecnico di Ateneo, riunitosi per analizzare i dati pervenuti dalle dichiarazioni ISEE degli studenti, ha concluso i suoi lavori: la nostra mobilitazione ha costretto l’Ateneo ad ammettere i suoi errori, a proporre una nuova fasciazione per il prossimo anno e, soprattutto, a restituire i soldi presi in più agli studenti.

Dall’analisi dei dati definitivi è stato confermato quanto diciamo da oltre un anno: più di 20000 studenti si sono ritrovati in fascia massima (2000 euro), i due terzi di coloro che erano in fasce intermedie hanno pagato più degli anni precedenti e il gettito totale derivante dal pagamento delle due rate previste dall’attuale fasciazione avrebbe portato l’Ateneo ad un ingente sforamento dei limiti di legge (la contribuzione studentesca, infatti, non può superare il 20% dei Fondi Ministeriali).

Con queste premesse, il Tavolo Tecnico ha corretto la fasciazione per il nuovo Anno Accademico che, tuttavia, continua a prevedere tasse troppo elevate per l’iscrizione ad un’Università che si dichiara pubblica. Malgrado questo, siamo riusciti ad ottenere importanti risultati: è stata creata una “Fascia Zero” (0 – 17500 euro ISEE) che prevede il pagamento del minimo imposto dalla Legge (200 euro); la contribuzione sarà totalmente progressiva, tutelando le fasce più basse e le fasce intermedie pagheranno importi notevolmente inferiori (ad esempio, chi quest’anno aveva un’ISEE di 50000 euro, con il nuovo sistema pagherà circa 1200 euro).

La restituzione che chiedevamo sarà effettuata, per tutti gli studenti attualmente iscritti all’Ateneo Fiorentino, al momento del pagamento della Prima Rata delle Tasse Universitarie per il prossimo Anno Accademico, che verrà ridotta di circa l’80% proporzionalmente alla fascia di appartenenza. Nel processo di restituzione non sono ancora stati considerati gli studenti che hanno conseguito o conseguiranno la Laurea durante quest’anno; la motivazione è incomprensibile visto che anche loro, come gli altri, hanno subito gli effetti di questa irragionevole fasciazione. La questione è, tuttavia, ancora aperta e non intendiamo cedere.

In uno scenario nazionale in cui l’Università italiana è continuamente sotto attacco, vittima di disattente azioni di Governo, di pericolose limitazioni dei diritti fondamentali di noi studenti e di assurde politiche di gestione degli Atenei, nel quadro di una continua mercificazione del sapere e di fantomatiche Riforme della Didattica, siamo riusciti ad ottenere un risultato importantissimo, grazie alla partecipazione attiva di tutti coloro che hanno sostenuto la nostra lunga mobilitazione.

Studenti di Sinistra
www.studentidisinistra.org

martedì 24 giugno 2008

Scuola e Università – Cultura o mercato?

Domenica 29 giugno ore 21:30 Casa del popolo di Castelfiorentino

Piazza Gramsci

Presentazione del testo:

Dall’Università di massa ad una massa di crediti. Cronache dei diciassette anni che hanno trasformato l’Università da cittadella della cultura ad anticamera per il lavoro precario

Di Bernardo Croci

Diciassette anni sono già trascorsi dal primo vero intervento volto a riformare complessivamente l’Università italiana dopo l’apertura degli accessi conseguenza del ‘68. Cosa è successo in tutto questo tempo? Perché così tanti interventi e decreti? Come mai si è ritenuto improvvisamente necessario riformare l’Università anche se le condizioni degli Atenei non lo permettevano? Che legame c’è tra i vari interventi e le forze politiche della “Seconda Repubblica”? Queste ed altre sono le tracce seguite nel testo per cercare di comprendere i veri motivi di questa riforma universitaria. Il saggio non solo propone un’attenta lettura dei principali provvedimenti normativi, ma anche i condizionamenti storico-politici contingenti, cercando di mettere in luce collegamenti e nessi. Al termine del quale, e solo dopo un attenta analisi delle precarie condizioni in cui oggi vertono le Università italiani, si prova a lanciare una serie di proposte ed interventi volti sia a correggere le principali storture della riforma e sia a riscoprire il valore pubblico della formazione universitaria.

Presente l’autore del libro, prof. Bernardo Croci

Apre la discussione Eugenio Simoncini (lavoratore precario universitario)


La serata è organizzata dalla Redazione del periodico ViceVersa, grazie alla partecipazione del Circolo ARCI e del Circolo PRC di Castelfiorentino

sabato 21 giugno 2008

Rettore VERGOGNA!

Il Controcorrente è solidale con gli Studenti di Sinistra e chiede l’intervento di tutte le forze politiche contro l’atteggiamento repressivo e fascista del Rettore Augusto Marinelli, che ha autorizzato, per la prima volta dopo vent’anni, e diretto, lo sgombero della festa di Sesto Fiorentino, per giunta senza alcuna motivazione valida e di ordine pubblico. Trattando gli studenti organizzatori come criminali. Questo atto insieme alla generale politica urbana dell’area fiorentina è l’ennesimo atto contro i gruppi giovanili di sinistra ai quali viene negato ogni possibilità di auto organizzare i propri spazi, costringendoli nei luoghi della sotto cultura commerciale e gettandoli in pasto a speculatori che per un tavolo ed un luogo dove stare assieme una sera chiedono fino a 50 euro. Vergogna al Rettore che non si è assunto neanche la responsabilità del suo atto scaricando sul Questore ogni responsabilità.

Il clima politico è cambiato e questi sono gli effetti: ora si che la libertà e la democrazia sono a rischio.

Sgomberato il Concerto del 20 Giugno


Il Rettore autorizza l’accesso delle Forze dell’ordine all’Università
Venerdì 20 Giugno: sgomberata l’iniziativa organizzata dagli Studenti di Sinistra

Ieri sera, 20 Giugno 2008, attorno alle ore 18:00, la Polizia, dietro preciso ordine del Questore e dopo l’autorizzazione del Rettore all’ingresso negli spazi dell’Università, ha sgomberato il Concerto di Chiusura delle “Notti Bianche in Facoltà”.

Questa iniziativa è stata promossa lo scorso Febbraio, in tutto l’Ateneo, attraverso il lancio di una piattaforma politica per il recupero e la riappropriazione degli spazi all’interno dell’Università e per la riproposizioni di tematiche ormai scomparse dal quotidiano dibattito pubblico. Dopo numerosi eventi che, con la collaborazione di tutti i Collettivi, abbiamo svolto nelle diverse Facoltà dell’Ateneo, il 20 Giugno avrebbe rappresentato la data conclusiva di questo progetto: un concerto gratuito organizzato negli spazi esterni del Polo Scientifico di Sesto Fiorentino, dagli studenti per gli studenti; erano previste le esibizioni di tre gruppi universitari (Le Clan Banlieue, Quebegue, Puta’s Fever) e di tre gruppi noti sul panorama nazionale (Killer Queen, La Banda Bassotti, Après La Classe). Data la portata dell’evento, avevamo assicurato ai partecipanti tutte le misure di sicurezza necessarie (unità mobile di soccorso, servizi igienici, servizio d’ordine, protezione degli edifici universitari), oltre alle regolari autorizzazioni ottenute dal Preside di Facoltà (poi revocata solo qualche giorno fa, fuori dai tempi del Regolamento) e dal Comune di Sesto Fiorentino.

È stato incomprensibile l’arrivo di quattro camionette della Polizia in assetto antisommossa, al comando di funzionari della Digos, ed inaccettabile la decisione da parte dell’Ateneo di consentire l’accesso delle Forze dell’Ordine negli spazi dell’Università per interrompere lo svolgimento di una iniziativa studentesca. È la prima volta che si verifica un’azione così repressiva e con queste modalità: da sempre proponiamo a tutti gli studenti iniziative culturali e politiche, di primo piano nel panorama fiorentino, che mai hanno avuto problemi nello svolgimento o esiti simili. È l’ennesima prova, la più grave, che Presidi e Dirigenti di Polo (altamente remunerati) scelgono di non assumersi responsabilità che sono a loro assegnate da un Regolamento di Ateneo.

Ieri sera, la Polizia ha intimato lo sgombero, dandoci come “alternativa” quella del sequestro amministrativo di tutta la strumentazione, la denuncia penale a tutti gli organizzatori e ai presenti in quel momento. Quello che è successo inasprisce ancora di più il clima di repressione e paura che sta dilagando a tutti i livelli. Riteniamo che tale scenario non giustifichi questo comportamento dell’Università e della Questura nei confronti degli studenti, a causa del quale ci sentiamo vittime di assurdi giochi di potere.

Tutti coloro che hanno determinato questo epilogo devono chiarire agli studenti e a tutta la cittadinanza quanto successo.


Studenti di Sinistra
www.studentidisinistra.org